Dragon trainer. La palestra delle paure

libere mamme

DragonTrainer

Ogni eroe è stato un ragazzino un po’ sfigato, diverso dagli altri, nerd, orfano, travolto da un destino implacabile. Profondamente solo.

Ogni eroe è un introverso, un emarginato cui la storia ha finalmente concesso una possibilità, perché è nelle sue maglie che si nasconde la salvezza di tutti.

Novembre. Giornata uggiosa. Cadono le foglie. Dragon trainer è il film che spezzerà lo scorrere lento delle ore che volgono alla sera. Prime sequenze. Il padre mi guarda e mi fa: non sarà troppo forte per lui? Io: no, figurati. Ma le atmosfere sono davvero molto noir.

Show must go on. La storia è ambientata a Berk – dodici giorni a nord di disperazione e pochi gradi a sud di morire di freddo – una fredda cittadina infestata dai draghi. La principale attività dei suoi abitanti è lottare contro le bestie volanti.

Aspetto il momento in cui i combattimenti cederanno il passo…

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tempo perso

libere mamme

Harold-Lloyd

Progetti in scadenza. Problemi di lavoro. Missione scuola fallita. Bilanci. Stress. La ruota della fortuna che gira al contrario. A Orlando ho dedicato poco tempo. Poco e malandato. Mi è mancato. Ma non avevo la forza. La testa era altrove. Così è la vita.

Eppure ogni singola ora passata male con lui diventa un affanno, un’occasione persa che nessuno ci restituirà.

Se questo mondo gira male, se io a volte non posso non girare con lui, vorrei ancora provare la distanza siderale dalle cose di cui sono stata capace durante il suo primo anno di vita. Avere le ore, i giorni, i pensieri, la forza. Vorrei essere quel flusso certo che forse sono stata all’inizio. Quel flusso di latte che quasi non c’è più. Quando lui è nato, io ho guardato in faccia le mie ambizioni, le mie velleità, le frustrazioni e ho dato loro la giusta misura. Perché ho…

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Tarzan e le graduatorie. Vita da homeschooler

libere mamme

Impatto con l'aqua_circolofotograficoamt

È quando tutto si accumula che arrivano i guai.

Orlando non va a scuola da lunedì causa cambio terza maestra in un mese e mezzo che probabilmente cambierà di nuovo lunedì prossimo e siccome la supplente in carica non ci piace, ne approfittiamo per prenderci una settimana sabbatica. L’ultima volta che è andato, all’uscita voleva prendere un gioco della classe per portarselo a casa. E mentre il padre gli spiegava che questo è impossibile, o quanto meno poco equo, l’insegnante gli diceva ammiccante che se proprio lo voleva, poteva penderlo, bastava che la maestra non se ne accorgesse. Dopo questa lezione di civile convivenza, ce ne siamo andati in attesa della prossima supplente.

Tra le varie attività che ci impegnano: giovedì gnocchi. Le patate ci sono, siamo fortunati e ci mettiamo al lavoro. Tutto sembra perfetto. Sarà solo in corso d’opera che le patate riveleranno la loro qualità non adatta…

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quattro a zero

libere mamme

maradona

Oggi, martedì 4 novembre, siamo andati a scuola. Ore 9.00. Entriamo, ci guardiamo intorno, noto una donna mai vista prima, forse una mamma, ma non ne ha l’aspetto. Qual è l’aspetto di una mamma? Non lo so, ma non il suo. Si presenta: è la nuova insegnante di sostegno, in dotazione alla classe di Orlando perché tra i compagni c’è un bambino down. È cambiata anche lei. Senza che nessuno ci abbia avvertiti. L’impressione è di essere finiti nel teatrino dei miracoli o dentro una puntata di Chi l’ha visto. In due giorni sono sparite due persone e si è completamente trasformata la compagine del corpo insegnante cui Orlando ha fatto riferimento finora (corpo già sufficientemente instabile così come si era presentato fino alla scorsa settimana). La nuova maestra, che – va detto – non mi piace, lo ha preso in braccio e lui si è messo a piangere…

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tre a zero

libere mamme

pasolini partita di pallone

Scuola – Orlando tre a zero. Un mese e mezzo e tre colpi ben assestati. Oggi, lunedì 3 novembre, è arrivata la terza maestra. Ho lasciato Orlando in classe. A malincuore. La nuova maestra è sicura fino al 10 novembre (una settimana da oggi). Ma quasi sicuramente resterà lei. Dicono.

Mi sembra superfluo sottolineare i paradossi di una burocrazia anchilosata – semmai ne esiste una non anchilosata – che stabilisce da sola le regole del gioco. No. Voglio parlare della madre modello, quella signora sorridente che mi sta di fronte mentre io fumo di indecisione e quasi quasi mi volto, entro in classe e me lo porto a casa subito.

Ma no. È una questione di carattere. Mi presento.

Allunga la mano verso di me e mi dice il suo nome corredato di referenze: rappresentante di classe dell’altra sezione.

Piacere, Monica.

Niente da aggiungere. Il mio curriculum è poca…

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